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Farid Al-Din Attàr.

Poeta persiano. Come indica l'appellativo attàr egli era un erborista, forse anche un medico. La sua opera evolve da interessi divulgativi e biografici, sposati a una felice vena narrativa cui son dovuti l'Ilahi-name e il Mantiq al-Tayr, verso speculazioni filosofiche a sfondo panteistico. La simpatia per la causa sciita, manifestata negli ultimi anni, forse anche come reazione contro i Turchi di fede sunnita, gli causò momenti difficili: un mufti di Samarcanda dichiarò eretico un suo libro, che venne bruciato; la sua casa fu invasa e saccheggiata ed egli dovette fuggire, ritirandosi alla Mecca. Con la sua opera, f. contribuì notevolmente a imprimere una prevalente fisionomia religiosa alla letteratura persiana, e di conseguenza a quella turca e indiana musulmana (Nishapùr prima metà del XII sec.-1230 circa).